domenica 23 dicembre 2007

Aqquario

Vi posto un racconto molto bello scrittomi da un'amica molto cara.
Non rivelerò il suo nome perchè è timida e ha paura che la stampa poi la riconosca,
è una donna molto famosa e affermata.
Però leggete che bel racconto o resoconto.
L'autrice si chiamerà Juditth Square
AQQUARIO
Aqquario. Aqquario. Non mi sento di chiamarlo con il suo vero nome.
Un surrogato bagnato del mare. Nemmeno gli animali dotati di organi natatori
sono gli stessi.
L’equivalente dello zoo su terraferma. Con meno puzza però.
Una gran tristezza: squalo grigio+squalo toro+squalo sega+ ricciole varie+ pesce
luna costretti a nuotare, sarebbe più appropriato dire “stare a galla” ( o “andare
alla deriva”?), in un’unica vasca dalle grandi vetrate, dove, dall’altra parte mandrie
di urlanti bambini drogati battono le loro piccole e chiassose manine alla ricerca del
pesciolazzo più sveglio, e maschi e femmine più alti e più grossi, muovendosi in
branchi sudati e starnazzanti tirano fuori dai loro pertugi aggeggi grigiometallizzato
simili a moderne pistole che invece di cacciar fuori pallottole, sparano
luci flashanti a profusione (giudicandolo probabilmente divertente per gli esseri
meravigliosamente acquatici che si offrono alla vista senza disturbare alcuno).
Ho sentito il pesante sguardo di una foca posarsi su di me, e mi sono vergognata.
Credo che i pesci, attraverso la spessa lente del vetro che separa la terra dall’acqua,
ci osservassero con disgusto e rassegnazione: mostri deformati incapaci di cambiare
il destino a cui sono condannati.

giovedì 20 dicembre 2007

hang drum

C'è uno strumento mi pare di origine svizzera, o comunque lo si può comprare solo lì, che sembra uno strumento caraibico capovolto con aggiunto un' altra conca di metallo per fargli da cassa di risonanza. Non ricordo il nome di questo strumento purtroppo.
Comunque su youtube ho trovato dei video molto belli suonati con questa hang drum.
Ma la canzone che mi piace di più in assoluto è questa:

http://www.youtube.com/watch?v=3LfJLvuZqmQ

la trovo piena di gioia e quindi la condivido con voi se mi state leggendo.
Con affetto.

venerdì 14 dicembre 2007

Il Sole

Visto che siamo vicini al Solstizio Invernale, vi posto un filmatino che mostra l'attività del Sole.
Prima di tutto perchè è bellissimo, poi perchè bisogna riflettere se abbiamo voglia di continuare a pensare che sia un problema solo dell'effetto serra o magari se i ghiacciai di Marte sono completamente disciolti, c'è qualcos'altro nell'aria?
Noi comunque stiamo inquinando la Terra non voglio certo negarlo, però....
Intanto vardate che belo el Sol!


questo è il link

http://www.youtube.com/watch?v=q6M5tp4cUNw

Potete vederlo anche qua in fondo alla pagina, ma come faccio a postarlo diretto qua?

mercoledì 12 dicembre 2007

I Tabuegos all' Arlecchino

Questo è un vecchio racconto che scrissi tempo addietro, l'italiano non è il massimo però non ho voglia di correggerlo ora quindi chi se ne frega.


Ci sono dei momenti dov’ è bello ripercorrere mentalmente situazioni passate. Rivederle scorrere nella mente, riposando all' ombra di un albero magari riparandosi dal Sole troppo cocente come in questi giorni...
Forse era una giornata simile a oggi. Andavamo verso il sabato sera e i quattro tabuegos-desperados si diedero appuntamento in Bande Nere.....
Arrivarono subito puntuali Dj Gustavo Mascardi (Marco P.), noto ormai a tutti per le sue impressionanti serate funky. Poi io, noto per aver calato le braghe dalla macchina in quasi tutte le piazze milanesi... Si fa quel che si può...
Mancavano all' appello per l' inizio di questa grande trasferta il Geppo (Max), conosciuto per le sue grandi doti di cantautore, chitarrista e compositore col Kazuu,si parla di un nuovo Bob Dylan. In fine un nuovo elemento rispetto all' altra volta, il Teone sempre operativo e mai domo! Mastro genio del web.....
Arrivarono con la loro bella mezz' ora di ritardo, e via come delle schegge in autostrada verso Ravenna!
Partimmo bene a differenza di altre volte poichè imboccammo subito l' autostrada giusta… Capita a volte di dover andare a Lecce e prendere l' autostrada Milano-Genova...
Decidemmo di restare lucidi, altrimenti non saremmo mai riusciti a raggiungere il posto prima del giorno dopo. Il Geppo si impone alla guida, perchè sosteneva che noi altri andiamo troppo piano... Chi se ne frega, se vuole guidare cazzi suoi !!
La nostra destinazione era l' Arlecchino, discoteca fantastica, dove si mette solo funky, meno fantastico...
Non ricordo il paese preciso, comunque è tra Ravenna e Bologna; arrivammo fino alla uscita dell' autostrada precisi e operativi, senza mai sbagliare. Anche grazie alla inarrivabile guida di Michael Geppo...
A questo punto, l' ingegner Mascardi comincia a entrare in uno stato di annebbiamento e confusione incredibile, come se fosse appena scampato ad un bombardamento.
Il gruppo dipende solo dalle sue indicazioni e quindi… Dove andare!??!?
Bene, l' esimio Dott. Mascardi non batte ciglio e ci indica la strada sicuro. Ma sembra tutto fuorché quella giusta... I quattro tabuegos chiedono indicazioni a dei Vigili Urbani, ogni tanto anche loro servono a qualcosa. Ci dissero che dovevamo tornare in dietro. L’ Onorevole Mascardi sicuro del fatto suo disse " Ma và andiamo avanti proseguiamo, questi non sanno niente"... L' effetto caprone è un fatto ormai noto a tutti, così nessuno di noi altri contestò la sua affermazione. Anche se aleggiava una grossa perplessità proseguimmo...
Dopo un chilometro un insurrezione popolare bloccò la carovana, mandò a cagare il Geometra Mascardi, e tornò in dietro...
Ci addentrammo nelle campagne romagnole più che mai determinati a trovare sto fantomatico Arlecchino. Anche se l' Avvocato Mascardi cercò in tutti i modi di fuorviarci mettendo tranelli a ogni incrocio, arrivammo a destinazione... Ad un certo punto dopo l’ ennesimo svarione di orientamento, egli disse: " Ragazzi non ascoltatemi più!! Sono sotto, scusatemi" ; e noi " AH ECCO!"...
La serata fu molto gaudente. La birra costava poco, la musica piace se uno apprezza il genere e qui risparmio i commenti ...
I tabuegos sfoderavano un abbigliamento impeccabile. Dei figurini in camicia tirati a nuovo, per quel che si poteva, sottolineo che Geppuzzo indossava anche un paio di gemelli!...
Continuiamo a ballare fino alle 3 di notte, la serata cresce a dismisura. Ma tutto
d’ un tratto si accendono le luci. Finisce ogni cosa lasciandoci a bocca aperta inebetiti. Anche se per questo ci vuole poco.
I quattro tabuegos escono in strada disfatti, e affamati... Gastronomicamente di pizza e carnalmente della tanto decantata fi... Donna!
Cerchiamo di riorganizzare le idee e subito capiamo la differenza tra il dire e il fare. Per cui continuiamo a fare gli scemi in giro per il paese…
Arriviamo ad un parcheggio dove ci sono altri ragazzi, il Geppo si stende per terra incomiciando a dare segni di cedimento!... Saremo andati avanti mezz' ora a fare rime sui gemelli che indossava, gli spinelli, i fratelli sempre quelli... Insomma niente di che, ma abbiamo riso tanto...
Ad un certo punto un lampo folgorò il maestro del web, detto Teo!...
"Ragazzi vi porto al mare!". Il Geppo esitava viste le sue condizioni. Salire in macchina sarebbe stata una condanna a morte, ma lo fece!
Così Teo si mise al volante, al suo fianco sedeva il Cavalier Mascardi a far da navigatore. Ancora mi vien da ridere!... Chiesi al copilota:" ma la sai la strada?!", e lui in tutta " tranquillità", con una sicurezza degna di pochi... "Certo che la so!". Si infilò gli occhiali da sole in piena notte e indicò la via!
Capii che sarebbe stato un lungo tragitto!!!
Per non essere troppo prolisso , farò un breve elenco degli avvenimenti successivi:
Geppo non ce la fece e ci dovemmo fermare parecchie volte.
Quel carpentiere che si chiama Gustavo Mascardi ci fece perdere non so quante volte!
Verso l' alba ormai Geppo era svenuto nei sonni, mi si era spalmato tutto addosso nella sua catalessi alcolica. Incontrammo una macchina uscita di strada, da brave crocerossine ci fermammo...
Il grande Teo mise subito le cose in chiaro con quel ragazzo, " Allora guarda, noi siamo completamente ubriachi, ma se possiamo aiutarti non c'è problema"...
La situazione era pessima, la macchina era infilata in un fosso con le ruote posteriori in mezzo metro di acqua e fango...
Intanto Geppo dormiva in macchina completamente incosciente. Arrivò un amico di questo ragazzo, di cui non ricordo il nome. La faccia del nuovo arrivato lasciava capire molte cose, anche il perchè di quell' incidente!
Ci guardò e pronunciò un frase che ormai ha segnato la storia delle nostre vite indelebilmente!!!
"Allora ragazzi! Non ce la faremo MAI ma comunque possiamo provare! Ci mettiamo da sotto a spingere e lui accelera"
... Guardammo il luogo dove avremmo , secondo lui, dovuto infilarci e con geniale prontezza Teo disse "No non ce la facciamo vedi qui sotto tocca, non servirebbe a niente", allora l'immenso attore Mascardi abbozzò un tentativo: da solo cercò di sollevare la macchina facendo leva dal cofano, ne conclusce " Niente! Non ce la si fa".
Allora l' ultimo arrivato, che ormai si affermava deciso nell’ Olimpo dei nostri Idoli, ci disse di fare gruppo mentre lui sarebbe andato a prendere una corda. Così se fossero arrivati i carabinieri, avrebbe fatto qualche differenza. Non abbiamo capito bene, restammo assolutamente perplessi tuttavia decidemmo di fare gruppo, perchè questo era importante per lui.
Passata l' avventura arrivammo a Lido di Ravenna...
Dormimmo comodamente in macchina. I ricodri si fanno molto vaghi...
Ad un certo punto Teo mi sveglia dicendomi che non vede il Geppo, poco prima stava dormendo sul marciapiede con la gazzetta come cuscino, ma ora non lo vedeva più... Io risposi che dovevamo cercarlo, ma proprio non ce la facevo e svenni nuovamente sui sedili... Lui rispose "Ah vabèh allora!" e rincominciò a dormire...
Mi rialzai colpito nella coscienza e dissi, col volto totalmente incartapecorito,
"Andiamo a Cercarlo!"...Lo trovammo tutto ancora incosciente su una sdraio rivolto verso il mare, con due corvi appoggiati alle spalle...Che nottata.
that's all folks...

AI TABBUEGOS.
26/07/2002

venerdì 7 dicembre 2007

Ritorno alle origini

Mi son già stufato di mettere gossip sull'informazione, anche se poi bisogna valutare se è reale informazione, o distrazione...
Nel mentre mi sto appassionando alla fisica quantistica e ancora ne so pochissimo, ma quel tanto per entusiasmarmi...
Vi consiglio di cercare tra youtube, google o emule il film
What a bleep do we know?

Molto bello.
Buon S. Ambrogio per chi lo fa.

giovedì 22 novembre 2007

L'Arrovello di Ricki Gippo

Premessa dell'Editore, cioè io il Giardiniere, i gusti saranno gusti e quindi non commento l'opera se non per dire che l'ultima riga è un capolavoro di maestria...
Spesso è il commento che faccio quando mi crogiolo in luoghi pubblici a compiere quell'atto di cui ora non vi racconto per non togliervi la susapances.
Non per niente siamo tutti Uno, non si inventa niente di nuovo.




Mi spippero l’arrovello su cose senza senso, su bignamate marginali e poseidonie di passaggio, mentre conto le vene varicose e vanitose d’un legno da soffitto un po’ masengo, meglio controsoffitto quando ti rema contro impedendoti di vedere le branchiette del cielo, amico alleato, invece, in una squaqquera di giorno come questo. Una pianta del pane si attorciglia alla finestra bussando e sento un buon profumo di fornaio: “Ah, consegne a domicilio?!” Knock Knock (eh già, è inglese) _ “J’arrive maintenant, un moment”: è il mio Rimbaud a rispondere…”Stupido cane che non sei altro, ha detto knock knock e rispondi in francese?!” Ho sempre pensato che capisse poco: troppo giovane e dissoluto. Ora il quid è dilemma su come farcire: Brucia di Picchio o Frangia d’Agnello? Per le bibite non c’è problema: abbiamo solo Zibibbo d’Acrimonio, leggero e rinfrescante. “Vabbè, per i panetti decidi tu! Io vado a vedere come sta il colchico fiorito”. Ha nidificato una segretaria sui cavi dell’alta menzione, che sfrigellano lissopra il balcone, ma non si sveglierà tramortita e imbiforcata da tutto quel chiacchiericcio, boh? Io avrei spalmato altrove il mio fresticchio, ma è anche plausibile che io non sia un volatile, per quanto di aereopidotteri ne abbia collaudati. “Ascolta un bismark, gigantessa del volteggio, quando vuoi, senza frischia, dovresti battere, senza far loro troppo male, 12 folderine di documentario sugli Incunaboli. Oh, e mi riccopando, usa puranche il besco oltre le ditta, ma non metterci troppienti errordi, che già è un argomento delicassato e sembra una paroliccia solo lui; impiagaci anche tutta la mattanza, ma sii preciosa, tanto non hai neppure caffetti da bollire, se non el tujo, es claro, perché, se vuoi, c’è un po’ di latte brancido nel frugo, e non usare il nesmerdè, che m’impuzzi la salotta. “Caro Arthur, tu sei un gran pirloide, ma anche quella lì non scarsa…” Il pastore del Cau[casio] mi ricorda l’ora e mi riporta aussì due radici quadrate, che metto in padella: mi gustano abba le soncinate, metterei solo un’aggiunta di voce in piena; Check+check+check=3cose imbarchettate. Ora mi faranno spurgare un sovrappiù, ma non è che mi perizomi più di tanto: ce li ho, io, i pindoli ed oltre le briccole… Agguanto una mano e dopo l’altra: fa frescolino e non voglio minchia prendermi un malmese. I panini c’han lo zaino a contenerli e le frecce la faretro(ò): sono frecce reversibili e scoccabili a posteriori , non hanno né la prima né la secondiana e non amano le innovazioni, specialmente tecnologistiche. Direi che son proprio prontino, il lavello è purito ed ascarmato, non ho più protervie, potrei inventarmi qualcosa per temporaleggiare, ma ci pensa già da sé quel nembo kid lì dei miei maroni glassati . Non ho comprato il flabello e ciò potrebbe rivangarsi un flagello per le mie labbra, considerando il vento frubbio che tira coca colla sulla feccia in questa regione siberiata. Oh, ma sarai minchia divertato un fringuello, mezza sirchia, vero? Cazzo è ‘sta maria degli uomini di trucchettarsi e di prendersi cura di Sam? Io non l’accetto, al massimo la taglio in altro modo, meno grossolino (buco del cuco piuttosto stretto). Son neanche a Savona che ho voglia di tornire indietro, c’ho dei pezzi da finire, io, e poi non c’è più la mano d’aperol d’un tempo: una volta il tornio era una casa ed il torchio un’altra, adesso con la globulizzazione e l’elasticità gli operai han perso la coscienza di Cles e vanno tutti in Trentino alla ricerca delle loro origini gittane. Savona, che città! Scopando nella mimosia ricordo solo momenti piacenti, un profumo di prurito e mèliga che m’artiglia e inchiuda alla baldanza, perciò scendo dal tramino che doveva condirmi all’aeropinto di Zena e vado in toilitte a lavarmi il pendolo, perché sentivo puzza di pesce, ma non era il mare ad evocarlo.
Riccardo Marchetti detto Gippo il Ricki Gianco della bassa.

venerdì 16 novembre 2007

Albertone il massone.

Ho trovato un video di Alberto Sordi tratto dal film Borghese Piccolo Piccolo.
Lo trovo geniale per come riesca sottilmente a mettere in luce alcuni piccoli particolari del sistema di pensiero di quelle logge. Come tiri fuori la loro umana piccineria, per quanto restino in questo momento delle logge molto influenti su parecchi piani della nostra vita.
Oltretutto era anche abbastanza informato...

http://www.youtube.com/watch?v=G6V_rDUm3rw&feature=related

mercoledì 14 novembre 2007

Scie chimiche, sono studi del Cnr sul clima.

Oramai il delirio degli scienziati e tutta la combriccola di massoni sta toccando vette mai vedute fino ad ora, almeno nella nostra epoca.
Non volevo parlare di attualità, ma visto che molti pensano sia tutta una pirlata, io invece un sospetto ce l'ho, allora vi mando questo link.
Riguarda le scie chimiche lasciate dagli aerei che molti pensano sia semplice gas di scarico dell'aereo ma ora da qualche giorno è reso ufficiale che è uno studio sul controllo del clima. Chiaramente lo fanno per il nostro bene, per capire cosa succede se non piove o se piove troppo, che scienziati!!!
Sostanzialmente studiano un arma pericolosissima per tutti, non solo contro di chi la si punta. Non riescono a vedere in mezzo a tutti i loro calcoli, le reali implicazioni che si possono avere in tutto il sistema Mondo. Restano dei mentecatti, però sono pericolosi come un bimbo di 5anni con in mano un bazooka in un centro commerciale...
Ecco il link:

http://www.nexusitalia.com/apri/Argomenti/Scie-chimiche/-IL-CNR-AMMETTE-L-ESISTENZA-DELLE-SCIE-CHIMICO-BIOLOGICHE-di-Straker/

Ringrazio sentitamente il CNR per questi suoi studi approfonditi, grazie a loro secondo me non piove da almeno un mese a Milano e tutte le mattine ci sono ste nubi spruzzate come spray che coprono il cielo. Dopodichè tutto sereno e limpido...
Ma siamo tutti felici perchè se piove o ci sono le nuvole mi deprimo.
Sarà perchè ci fanno emergere il mondo interiore?
Perchè veniamo spinti dal macrocosmo a sondare il nostro microcosmo?
Non possiamo più specchiarci e disperderci nel sole, che poi tanto non guardiamo perchè stiamo tutti come dei pirla con gli occhiali da sole, su macchine di latta con vetri oscurati.
Insomma l'oscurità ci deprime perchè ci ricorda cosa custodiamo nel nostro incoscio e insistiamo a non voler vedere, così permettiamo a quattro bimbi di giocare al piccolo chimico col pianeta Terra.
Come diceva un film...
FINO A QUI TUTTO BENE.
IL PROBLEMA NON E' LA CADUTA,
MA L'ATTERRAGGIO.

martedì 13 novembre 2007

Del delirio "umano"

Appena aperto questo blog avevo deciso di non parlare di attualità, di non fare polemiche poichè mi sembra che ci sia già troppa della seconda e per la prima ognuno si può informare dove vuole sulla rete. E' pieno di blog, siti, controblog che ti informano pure sui "peli del Papa" come diceva Battiato.
Tutto questo è per dire che non lo farò, almeno in modo tradizionale, ovvero dare l'informazione farla leggere e sostenere che siamo tutti vittime di un complotto.
Vorrei soffermarmi più sul motivo,secondo me chiaramente, di tutto questo dilagare di decadenza umana.
Secondo me le ideologie non ci salveranno, come non ci salveranno i politici o chissà chi altro. Sono tutte vie di salvezza pensate da questo uomo. Ovvero noi, che abbiamo prodotto grazie ai nostri padri, nonni e bisnonni (siamo tutti responsabili nessuno escluso) tutto questo ben di dio di società.
Quindi non è attraverso questo sistema di pensiero che troveremo un sistema equo e duraturo di armonia. Poichè sono tutte caratteristiche che mancano all'uomo attuale.
Anche se in realtà penso che la cosa che manchi di più all'essere umano attualmente sia l'UMANITà.
I fisici ultimamente hanno scoperto che la materia che compone questo pianeta, essere umano compreso, è una e unica. E' tutto un tessuto comune unito. Questo vuol dire che se un eschimese sta male anche io non potrò stare bene. Chiaramente bisogna introdurre dei gradi di percentuale probabilmente. Ma potrebbe benissimo essere che se quell'eschimese stesse meglio, io potrei sentirmi ancora meglio rispetto a quando esisteva il suo malessere.
In una società dove l'uomo cerca il suo benessere sulle gengive di quello di altri, è impossibile impostare qualcosa di duraturo. Poichè staremo sempre tutti male e cercheremo qualcosa per stare bene, che in questo sistema arreca sempre sofferenza a qualcuno o qualcosa. Perchè in questo concetto di materia non si esclude niente. Ma la nostra mente fatica a inglobare ogni cosa nelle sue attenzioni, come se stesse relazionandosi con una parte di sè. Credo che sia per questo che tutto sia in fase di declino e distruzione.
Krishnamurti sostenva che non bisogna cercare la soluzione, pichè se la sto cercando vuol dire che prima ho creato un problema. Cercando di risolverlo sempre con lo stesso procedimento mentale. La vera soluzione è quando non creo nessuno problema e non cerco soluzioni. Allora solo allora, finalmente giunge la soluzione. Quando la mente è fissa sull'evento, silenziosa senza giudizio. Finalmente in quel momento si risveglia un nuovo modo di vivere e percepire la Vita.
Forse in quei momenti allora l'uomo comincia a essere Uomo.
Siamo un esperimento ancora incompiuto che cerca una sua compiutezza, tutto l'Universo trama con noi perchè siamo tutti una unica cosa.
Probabilmente in questo periodo di decadenza e degenerazione stiamo imparando a sviluppare una mente unitaria. Che possa essere in grado di impostare una vita degna di questo nome, per tutto il creato e per noi stessi.
Giungere a un Uomo che collabori e aiuti la creazione dell'Universo, chiaramente non come il nostro attuale stato di vita.

domenica 4 novembre 2007

Una spada in un campo. E' una spada in un campo.

Spesso quando ci capita qualcosa nella vita tendiamo a dare la colpa o il merito a qualcuno.
Quindi ci troviamo a maledire il cielo o noi stessi, oppure ci esaltiamo dipende da come vogliamo vivere quell'evento.
Ora per me è stato molto importante capire che qualsiasi cosa accada è un evento, e basta. Ad esempio un giorno di pioggia, è un giorno di pioggia niente altro. Poi sono io che col mio filtro composto da ricordi, sensazioni, pensieri, bioritmi... Decido arbitrariamente se definire quel giorno di pioggia una merda, oppure una gran cosa ed è assolutamente legittimo dare delle interpretazioni alla vita.Ma non dobbiamo mai dimenticarci che è una NOSTRA interpretazione e non L'INTERPRETAZIONE.
Secondo me è importante riuscire a fare questa distinzione dentro di sè. Tenendo ben presente che non è vero che si diventa insensibili, anzi si incomincia a sentire finalmente.
Poichè prima non sentiamo le cose, le percepiamo per un attimo fugace e poi siamo subito presi dalla corsa per interpretare quel dato. Restando così ingabbiati nella propria schiera di emozioni, pensieri... che sono assolutamente legati a dei nostri ricordi o addirittura interpretazioni di nostri ricordi.
Per me è molto importante cercare di vivere le cose per quello che sono, perchè si riesce a coglierne il senso maggiormente. Nasce un sussurro dal petto che ti rende tutto chiaro , ma senza dover interpretare l'evento, giudicarlo, rifiutarlo o esaltarlo proprio come fanno le tifoserie.
Quando si vede lo svolgersi della vita per quello che è, in quei momenti rari, tutto è al suo posto, anche nel suo atto squilibrato segue la logica di un equilibrio, questa penso che sia la cosa più bella. Allora mi sento sia dentro una gabbia preordinata, sia dentro a un grande respiro armonico; tutta sta a vedere come mi sono alzato...
Per me è stato molto utile vedere questa cosa, per uscire un po' dal vittimismo o dall'esaltazione accecante.
Ma soprattutto non ci sono nè colpe nè colpevoli tutto risponde ad una semplice logica:
ad ogni reazione risponde una reazione uguale e contraria.
Il Buddha la chiamò la legge del Karma. La espose anche come una grande ruota,catena, da rompere.
Le leggi fisiche si evolvono con l'evolversi dell'umana vita.
Noi in armonia col Cosmo siamo gli artefici del nostro presente, questo lo si sente gridare dalle piramidi ormai trovate in tutto il mondo. Non ci sono colpe nè meriti, ma eventi che si susseguono su questo velo di maya, responsabilità nostra è come li vogliamo interpretare.

venerdì 2 novembre 2007

San Remo

C’è un’isola che non è proprio un’isola, nonostante sia presa di sguincio dal mare;

ci si può arrivare in moto e, partendo presto, si spacca il primo mezzogiorno.

C’è un sogno che non si smette di sognare per settantadue ore ed a volte si trascina.

E’ forse quell’isola non trovata che Guccini stesso ammette di non cercare più, quell’utopia di cui si dubita, sicuramente è un mondo in cui chi prende ha chiesto il permesso, dove la parola GRAZIE ha un significato, una dimensione parallela, creata da uomini e perciò possibile, che frammenta un’aria più frizzante, più sincera.

E’ un luogo strano che si trova tra la poesia ed il vento… un luogo in cui mi sento a casa. Probabilmente è facile per me, uomo di mare portato a spasso dalla curiosità anche sulle montagne della Nuova Zelanda o nel deserto del Namib, trovare un po’ di patria ovunque mi fermi a fumare, guardando cieli diversi ed un poco uguali, ma parlando con altri nuovi amici, che si ritrovano a carezzare lo stesso dorso d’animale, leggendo nel loro sguardo pieno d’entusiasmo, annuso la mia emozione.

Persino le perle che giro nelle mani(forse troppo ruvide per il loro valore: contrasto stridente) sembrano scegliere una luce cangiante, più umile e vera.

E così eccomi seduto con la faccia inebetita, gli occhi sognanti di bambino e la bocca semiaperta… perché ho provato con la fotografia, per non parlare delle poesie appallottolate: per catturare un momento bello si può solo assaggiarlo, come quel tramonto in Venezuela che leccai con la più dolce delle devozioni.

Qui seduto, anticipando la prima conferenza stampa, in una spirale di pensieri ed il primo rimbalza sull’isola mia trovata che mi sembra ancor più accogliente e poi, nel pomeriggio, la voglia di abbracciare e sciogliere questa piccola lacrima sulla commozione spontanea e chiudere con l’idea, che diventa fatto, di essere un tono di colore in uno spettro ampio, completo.

Tutto è un ribollire di sensazioni per le magiche esibizioni, per il riso benefico, anche per tutte le mie domande inespresse, a cui rispondo da solo:

“Cara Fernanda, se è una barca che anela al mar eppur lo teme, come possiamo sconfiggere il timore e lasciarla finalmente veleggiare verso le placide acque della realizzazione?” oppure “Caro Mauro, se è così facile lavorare con i più bravi, com’è, invece, lavorare con Ligabue?” ma è uno scherzo!

O ancora (generica): “C’è oggi la possibilità di incontrare un Lester Conway Bangs che ti trovi simpatico e che ti commissioni 2 cartelle sul concerto dei Porcupine Tree?”

E poi le cose che non tutti sentono, ma siccome ho orecchie affilate:

una signora che, non conoscendo bene i musici, guardando la scaletta in programma, all’apparizione sul palco di Fausto Mesolella, afferma: E’ Petra Magoni!” che con tutta la buona volontà e lo sconfinato rispetto artistico, già non è tanto bello come uomo e col piffero che Bollani se lo sposava (Copacabana, Copacabana).

O quel signore che, durante la presentazione di Staino, si siede accanto e chiede:

“Ma non doveva parlare un fisico?” che si rimane anche un po’ spiazzati perché non si sa se ha sbagliato sede di convegno o se ha uno spiccato senso dell’umorismo, perché pensava che Staino fosse più alto, e poi, comunque, dice alla moglie di togliersi la giacca perché ci si diverte… e fa bene a rimanere! Perché dopo le belle risate arriva quell’intenso desiderio di fusiondilacrime di cui parlavo prima.

Oh adorata isola dagli scogli morbidi, mentre ti vedo diventar piccola nello specchietto, ti bacio sulla fronte, per avermi offerto, anche questa volta, una sponda d’attracco ed è una lieve malinconia che mi è cara perché fa un po’ più male.

Riccardo Marchetti.

martedì 30 ottobre 2007

Dove viene spinta la barca...

Ho deciso di fare questo blog per potermi esprimere sinceramente e confrontarmi sia con me stesso rileggendo i post, che con la gente che per caso fosse interessata a leggere.
Da qui però mi sta bene e mi piace che possa esprimere chiunque qualcosa che ritenga pertinente all'umana esistenza...

Quindi se volete partecipate, chiaramente decido io ciò che può essere incline al blog o no. I paramentri di giudizio saranno molto ampi.
Facendola breve che se no la rendo complicata...
Metto uno stralcio di mail di Riccardo un mio amico e poi nel secondo post il primo capitolo di un suo probabile romanzo. Così diventerò almeno famoso come scopritore di talenti e i bloggers mi cercheranno come il nuovo Maurizio Costanzo!!!

sai che sarebbe proprio bello
in questo nuovo tempo di comunicazioni elettriche
di progetti di sistemi analogici e digitali
trovare uno spazio cibernetico di vera socializzazione
di condivisione e pacifica coesistenza
di rispetto e stimolo culturale
una grande aiuola pubblica in cui anche i cani
rognosi e incimurriti possono andare a scodinzolare
non so se avevi in mente proprio sta roba generando il tuo blog
ma sarebbe forte se oltre a quello che decidi di pubblicare di tuo
pungolassi anche gli altri tuoi amici per scriverci qualcosa
in modo da diventare veramente un caleidoscopio d'osservazione
della realtà e di tutti i bellissimi sogni che
ancora le persone sono in grado di sognare.
una canzone mai pubblicata, una poesia incassettata,
una riflessione sulla situazione politica della birmania,
una recensione di un disco hardcore punk,
una ricetta per una nuova versione della torta alle pere e cioccolato,
un racconto di viaggio,
una fotografia in bianco e nero di una spiaggia deserta,
un consiglio sullo spurgo dell'olio dei freni,
una deviazione zen per il tiro con l'arco,
una lettera sincera e delicata
un annuncio di permuta di materiale usato
una serie di battute divertenti
in un mare di pensieri che siano trasparenti
che non siano scoreggiate da chat
viziate dall'anonimato di un nickname...

CAPITOLO PRIMO – In cui nasce la locandina. Scritto da Riccardo detto Gippo

Fedor Ivanov Kurtziovic, il russo con la sciarpa di seta rossa, guarda Martin come se volesse addentargli il collo, Martin sostiene quello sguardo vampiresco e domanda il motivo del suo sequestro. Fedor si versa un bicchiere di Santa Teresa (ha sempre preferito il rum venezuelano a quello prodotto nelle Antille), ne ammaestra le rotondità sul palato, poi s’avvicina alla guancia sinistra di Martin, il quale, temendo un morso, si scosta leggermente, ma le parole giungono ugualmente al suo orecchio, provocando un brivido feroce sulla schiena, come se una foresta ipotetica, in un’inquietante fuga notturna, continuasse a sussurrare il suo nome:

“Muoiono danzando solo i sogni crescenti”.

La frase per ora ottiene il solo risultato di spaventare terribilmente Martin, ma, uscendo dalla stanza, Fedor aggiunge: ”Scavati dentro, ritorna al 1988” e si chiude la porta alle spalle;

gli occhi di Martin si spalancano, in un’espressione trasmutata d’angoscia, sul silenzio solcato dai passi del russo e dal fischiettare macabro nel corridoio, che si fa più lontano, ma che sembra portare, con voce d’orchestra, la melodia appiccicosa e melanconica in La minore di una vecchia milonga ed una strofa tagliente a fendere la memoria:

I colori provano a volare,

attirano la crudeltà del metallo,

scivolano sul sangue

e piangono _ piangono,

io ho un colore di bacio

che morde la terra.

La canzone di Ricardo De Marcos dal titolo “Muoiono danzando solo i sogni crescenti” riporta Martin nell’estate del 1988…

… E’ un bel luglio caldo e la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Barcellona laurea, come se fosse un parto, 297 studenti, molti dei quali hanno progetti immediati di carriera:

specializzazione con tirocinio ed arruffianamento, invece il giovane Martin, mentre stringe la mano al suo relatore, sente il vento del Sudamerica accarezzargli il sorriso ebete.

In una serenità di possesso e libertà Martin è transamericano: da Città del Messico a Oaxaca, a San Cristobal, da Ciudad de Bolivar a Rio de Janeiro, e giù la Terra del Fuoco, Iguazu, e chiudere un cerchio magico a Buenos Aires, per il ritorno in Europa, ma Diego Maradona è un calciatore maturo e non c’è fretta; qualche giorno nella capitale a compenetrarsi di tango e poesia borgesiana.

La seconda settimana è trascorsa e Martin sembra conoscere tutte le arie della città, quelle buone e quelle cattive, si sente a casa, in un guscio di noce grande come l’America.

Un venerdì pomeriggio decide di recarsi a Lobos, un paese della provincia, dove vivono i cugini di suo padre; il viaggio in corriera è piacevole: “chissà se ritroverà le stesse facce di quella vecchia fotografia?”

Effettivamente i parenti trapiantano radici nel cuore di Martin, ma per non farsi prendere troppo dalla nostalgia si decide di uscire a cena. Alla festa popolare, organizzata al campo sportivo, ci sarà asado, vino cileno e tango. Dopo aver mangiano ci si indirizza alla pista da ballo, l’orchestra ha già lucidato il bandoneon ed accordato i violini, partono le prime note e la cantante sfodera subito una bella densità canora sul fado di Mourao-Ferreira, Oulman (già interpretato magistralmente da Amalia Rodriguez in Portogallo) “Madrugada de Alfama”:

Mora num beco de Alfama
E chamam-lhe a madrugada
Mas ela de tao estouvada
Nem sabe como se chama.
Mora numa agua-furtada,
Que e mais alta de Alfama
A que o sol primeiro inflama
Quando acorda a madrugada
.

Nessuno balla, ma gli applausi non mancano sulla dissolvenza.

Poi la cantante si stringe i pugni sul petto, ringrazia quasi travolta dall’entusiasmo e presenta il brano successivo: Muoiono danzando solo i sogni crescenti. I ballerini affollano la pista ed è subito uno scalciar di punte e tacchi, di soffici ammiccamenti e sensuale sfilacciarsi delle solitudini.

Il reporter di un giornale locale scatta fotografie. Martin vede una ragazza molto bella, con i capelli rossi ed il vestito nero che scopre abbondanti porzioni d’umanità, si lancia impavido in un invito, pur non essendo un tanghero di classe, ma la giovane spavalderia lo sostiene. La ragazza accetta con un sorriso, ma quando i piedi cominciano a muoversi e le anche si dinoccolano, l’espressione si trasforma in una contrita concentrazione, come se stesse provando a soffiar via i mali del mondo.

Non si parla quando si balla il tango, ma i corpi dei due giovani si comunicano uno stato d’animo: Martin sente una vibrazione sotto la pelle imbrunita dal sole, Amalia sente che i suoi occhi cominciano a vedere. Sull’ultima strofa del pezzo, all’improvviso, Martin sente una mano che gli stringe una spalla e lo allontana con forza da Amalia, che viene colpita al volto da una rasoiata che risplende sullo sfondo nero del cielo, come una gibigianna, poi la lama affonda nel collo di Martin che si affloscia al suolo, comincia a piovere, l’assassino è fermo, in piedi davanti al corpo senza vita del ragazzo, è impietrito dalla sua stessa crudeltà, la gente intorno urla e fugge in varie direzioni, i parenti sono terrorizzati, Amalia è seduta su un fianco e si comprime la guancia ferita, teme ogni suo gesto, l’uomo si volta ora verso di lei e la guarda inorridito, sconvolto dalla cieca furia che gli ha fatto commettere un irreparabile errore, infatti la donna di cui era geloso ed a cui voleva dare una lezione somiglia solo vagamente ad Amalia.

L’assassino cade in ginocchio violentato e svuotato dalla sua follia, ancora rivolge lo sguardo al cadavere e scoppia a piangere. Le lacrime disperate si uniscono alla pioggia ed al sangue, che sembra non voler smettere di sgorgare dalla giugulare di Martin e quel fiume di odio e tristezza defluisce in un piccolo canale di scarico, in cui un cane randagio s’abbevera.

I cugini immobilizzano l’omicida, gli tolgono dalla mano il rasoio e folgorati dalla macabra visione, osservano il cane dissetato andar via, storto e singhiozzante, come se avesse bevuto una bottiglia di rum, anziché acqua e sangue, e qualcuno degli astanti, che non ha perso il senso dell’umorismo, grida: “Mira, el perro borracho!”

lunedì 29 ottobre 2007

La Via del Cielo

Chuang-tzu disse:
"Conoscere il Tao è facile, non parlarne è difficile. Conoscere e non parlare è il modo per giungere al Cielo, conoscere e parlare è il modo per giungere all'uomo.
Gli antichi tendevano al Cielo, non all'uomo."
Allora un blog può essere un mezzo per esprimere in maniera evidente per i nostri occhi l'ego, così finalmente impareremo a conoscerlo e quindi giungere all'uomo?
Racconto tratto dal libro
Chuang-Tzu
La calma "la quiete del saggio non è semplice inerzia: eglie è quieto perchè accoglie tutti."

Ed. Mondadori.

Dopo anni, tempo immemore passato a leggere i blog altrui, ho deciso di scrivere un blog.
Credo che possa essere una buona forma terapeutica per la mia persona.
Inizio sto blog, il cielo non da buoni presagi quindi potrei chiuderlo domani, però lasciamo che la barca scorra con la corrente e vediamo dove mi porta...