sabato 20 settembre 2008

Shomèr ma mi-llailah


IL mondo è uno.
Il braccio non è diverso dal corpo, così come un indiano non lo è da un italiano.
Tuttavia uno è il torace e l'altro il braccio.
E' una sottile differenza che rende le due parti distinte e simili poichè facenti parte dello stesso insieme.
In fondo la vita è insiemistica, siamo tutti in quel grande cerchio che si chiama Terra, al suo interno ci sono piccoli insiemi chiamati nazioni e all'esterno un grande insieme che è il sistema solare.
Siamo tutti falsi, veri, sinceri, cattivi, agitati o pacifici.. Non è dove viviamo che crea la reale differenza. E' l'occhio che sprigiona una luce di un' intensità e luce diversa dalla consuetudine umana. Un volto che emana quel candore dell'anima, una luce che ti colpisce se cominci ad essere desto e libero dai consueti schemi di un'epoca o luogo.
Cercare nei volti la sveglia che suona, che non ti permette più di chiudere occhio o di stare bene quando si è inerti.
Questo è l'occhio che rende il vestito elegante e il portamento regale.
Questa è l' essenza di tante parole, cancellando tutte le sciocchezze che ci rendono attuali.
Non sono gli impegni, non sono i gesti, non è quello che fai.
E' ciò che si muove nello spazio della quotidianità che fa brillare l'esistenza, e la rende degna di tale parola.
Là dove c'è mutazione dell'umana consistenza trovo il vero fascino.
Tutto il resto è moda.
Parlami di te
Quanto della notte?

domenica 7 settembre 2008

darsi fuoco


Mi darei fuoco
mi brucerei alle ceneri
ma son già brace
Affogherei nel fondo del mare
scioglendomi ai pesci
ma sono già oceano.
Lanciarmi dal dirupo per esser vento
volare fino al suolo,
ma sono già cielo.
Sotterrarmi dentro la terra
per diventare concime
ma sono già mondo...
Suona la giostra, cieco ballo,
fuga da ciò che non crediamo di essere.