venerdì 31 ottobre 2008

Il gusto degli elementi


Snetire freddo, sentire il caldo del Sole che ti tocca, la pioggia che ti lava e pulisce la mente. Sentire il vento che ti sferza, fa sognare, stanca, dipende da dove gira. L'uomo attuale è sempre più alienato e si allontana dagli elementi atmosferici grazie a macchinoni riscaldati e poi refiregerati, ombrelli per non rovinare la capigliatura..Chissà perchè ma quando il cielo ci bacia con la pioggia noi ci ritraiamo, proviamo fastidio nascondendoci. Al primo raggio di sole in gennaio è pieno di gente che sfoggia subito occhiali da sole in bella mostra, perchè la luce del sole da fastidio forse?
Non ci accorgiamo ma i nostri atteggiamenti sono lo specchio di quanto siamo lontani dalla realtà, ciò vuol dire che ci chiudiamo dentro di noi senza le chiavi per toccare ciò che c'è fuori e si comincia a fare dei grandi sogni.
Io cresco quando il cielo mi inzuppa, quando mi stende al tappeto per il suo calore incessante. Mi glorifica quando sferza il vento freddo e asciutto d'inverno, mi fa sognare e immaginare quando è caldo e umido.. Toccando gli elementi con la mia pelle io mi nutro e quindi cresco. E' una forma erogena di contatto col mondo, gli oggetti sono utili fino a dove mi sono necessari per salvaguardare la mia salute. Ricordandomi che più mi dimentico gli elementi atmosferici più sarà facile essere portatore di malattie, quindi: vaccini!!!
Sarà perchè è scritto nel mio tema natale, sarà perchè è giusto non ho voglia di spiegarlo, però sentire com'è il tempo oggi mi fa stare bene :)

dedicata

mercoledì 29 ottobre 2008

Cristalli di atomi


Osservo il mondo a me circostante. Lo guardo durante lo svolgersi della mia vita quotidiana, accadono cose slegate dal normale scorrere del tempo...
Mentre mi aggiro per questa ragnatela di eventi più o meno piacevoli, ci sono momenti in cui vedo gli specchi crollare. Mi piacerebbe tanto capirlo e sapere veramente almeno una volta nella vita.. Avete presente la scena del dejavù in matrix 1? Sto parlando di questo, è similie a quando va via l'immagine per un attimo dal televisore.
La matrice che prende una nuova vita, ma chiaramente può essere una mia interpretazione errata. Forse sono io finalmente che mi accorgo della reale natura della matrice.
Atomi elettrici che si muovo apparentemente accavallati uno sull'altro, in un moto che mi appare caotico, ancora non comprendo la loro traiettoria. Immagini che improvvisamente si sfocano e mostrano danze impreviste, inafferrabili e repentine.
Lampi improvvisi che mi squarciano il cranio e svaniscono, come un colpo di mazza da baseball sulla mia pineale. Per molti ciò di cui sto parlando sono semplicemente cali della vista dovuti a stress o stanchezza, riflessi di luce strani..
Ecco di questi a me non interessa nulla. Chi leggerà e capirà, perchè forse ha già provato cose simili, potrebbe essere contento solo per il fatto che ci capita la stessa cosa.
Ancora non riesco a squarciare il telo del mio determinismo, tuttavia oggi ho capito che forse lampo dopo lampo incomincerò a vederlo agire in tempo reale. E' l'inizio di una accensione lampo dopo lampo, impulso dopo impulso...istante dopo istante, rallento fino ad arrivare a una totale fusione di questi momenti, non più separati da momenti di buio, lampi via via sempre più vicini e frequenti. Il muro gradualmente si scioglie scossone dopo scossone, fino a mostrarmi la sua reale trasparenza.
Ciò di cui parlo è un' esperienza personale, forse così facendo disperderò un po' un gioiello prezioso, è il prezzo della condivisione a volte.
In tutto questo non vuole esserci serietà, ma solo la mia gioia perchè a volte mi sento mobile come il cemento armato.
Eppur si muove..

sabato 4 ottobre 2008

Maduro Maturo


Nella nostra società pare sempre che non ci sia tempo a sufficienza. C'è sempre qualcosa da fare che ne precede un'altra e so già che sarò in ritardo. Ogni giornata pare una immane corsa all'impegno, all'evento di qualsiasi tipo, comunque è sempre una cosa che si aggiunge a tante altre nella lista della nostra giornata.
E' difficile riuscire a sostenere questi ritmi riuscendo a mantenere un sistema nervoso sano e salvo, con organi annessi. Aggiungerei anche che molti impegni sul nostro rullino di marcia quotidiani non riescono ad essere espletati.
La nostra ossessiva corsa che ricerca una illusione di una vita piena e appagante fino all'ultimo secondo della nostra vita, è una fuga dall'unica certezza che abbiamo: prima o poi si muore.
Ma questo non è il punto dove volevo arrivare, in realtà ciò che ho notato è che l'educazione viene distrutta da questo stile di vita.
Non faccio la solita disquisizione le scuole, la riforma delle scuole, la famiglia etc etc..Perchè non parlo solo di una educazione infantile o puberale. Parlo proprio dell'atto di educare chiunque a qualsiasi maestria, anche quella del prepararsi un tè.
Per crescere la natura ce lo insegna semplicemente, ci vuole tempo! Non parlo di un tempo dell'orologiaio, ma di cicli interiori, di fasi che richiedono tutto il tempo necessario per poter dare i loro frutti. Ecco che ad esempio una mamma non ha tempo di star dietro ai capricci del bimbo perchè non avrebbe tempo di fare altro, o non ha le energie perchè giustamente ci son proprio dei ritmi che ti tolgono le forze.
Quindi ciò che si nota è una società viziata, priva di spina dorsale dove manca la tempra e la voglia di temprare. Non sto parlando di quell'attitudine goliardica, ma di capire seguendo i tempi di ogni essere quali sono le sue attitudini. Così come qualcuno a 14anni ha i peli sul petto, può anche essere che altri li abbiano a 25anni o mai... Le nostre città d'asfalto ci hanno allontanato dalla comprensione che i fiori sbocciano in primavera e i frutti vengono in estate, se gli si mette fretta o non vengono o fan cagare...
Questo continuo schizzare ci distoglie dalla bellezza del momento in sè, privo di ogni interesse, bello per il suo presente. Privandoci di questa capacità d'ascolto non siamo in grado di sentire la velocità del prato che cresce sotto il bosco, non capendo così quali sono i ritmi per l'educazione di ogni individuo.
Creando una serie innumerevole di frustrati e o viziati.
A furia di correre il sistema crea automi privi di capacità di crescita interiore, poichè questa è un'attenzione che richiede tempo. Essendo un processo innaturale quello della staticità, poichè essa si muove sempre e verso una crescita, tenderà presto o tardi a collassare, riportandoci su ritmi più interni e naturali.
E' solo questione di tempo, di ritmi che necessitano tutte le maturazioni.
Siamo come tante bottiglie di vino depositate in cantina.