mercoledì 29 aprile 2009

GLI IDE-ALI

14/10/04…
GLI IDE-ALI
L’ uomo è pieno di ideali nella mente a tal punto che stiamo soffocando. Alcuni hanno fatto sprofondare dentro di sé un ideale a tal punto che gli ha plasmato la carne cellula dopo cellula. E’ interessante notare come chi appartiene ad una stessa egregora si assomigli per alcuni caratteri fisionomici e negli atteggiamenti. Osservando la parola “ideali” mi viene in mente un gioco di parole: ide-ali. Idee pronunciate da uomini più o meno illuminati, hanno espresso delle regole, stabilito un “ordine” secondo una visione assolutamente personale, non assoluta. Sono idee con le ali, tentativi di delimitare la perfezione delle cose con regolamenti che a volte risultano troppo stretti, severi, limitati. Rinchiudendo chi aderisce allo schema mentale, in una prigione dorata nella quale spesso si trovano altre persone che lo condividono, appagando così la nostra sete di unione, accettazione, all’ interno della società. Finalmente sposando un egregora riusciamo a trovare posto all’ interno del grande circo della società. Ovviamente sto esprimendo una opinione dettata dai miei ideali, questa è la beffa. La differenza credo stia nell’ usare le idee o farsi risucchiare da esse. Quando mi capita di parlare con persone convinte e assorbite totalmente dall’ egregora di un qualsiasi ideale, ho una fortissima sensazione di soffocamento. Mi manca l’ aria, tutto intorno a me prende una forma rettilinea, squadrata, dura. Invece osservando la Natura troviamo forme morbide, rotonde, figure che generano un vento rinfrescante per il cuore. Dalla visione di queste nasce un profondo respiro che riossigena. E’ come trovarsi davanti a uno splendido panorama. Mentre l’ occhio si perde nella vastità di ciò che stiamo osservando nutrendosi dei colori, in noi nasce istintivamente lo stimolo a fare un respiro profondo, come a riappropriarci di un nutrimento mancante. Riflettendo, tutto ciò che crea la Natura in prima persona è fonte di bellezza e straripa della sua dolcezza, anche se a volte composta di brutalità, ma questo è un altro argomento. Intanto noi continuiamo a rifugiarci nelle piccole stanze delle nostre idee che ci permettono di passare ore intere a sognare, lanciandoci in futuri possibili, riorganizzazioni sociali, o economiche, sfoghi di rabbia…
Una costante resta, ed è che noi non riusciamo a spiegarci come mai tutti sono così ottusi da non capire la nostra idea perfetta, è la strada giusta per salvarci ed essere tutti felici…
Ma la realtà umana è troppo particolareggiata e vasta per poter riuscire a restringerla per seguire un solo ideale. Quest’ ultimo la maggior parte delle volte non ha alcuna attinenza con quelle che sono le leggi che orchestrano l’ Universo.
Credo che tutto debba prendere spunto dal funzionamento del mondo che ci circonda. Visto che siamo prodotti di Natura, funzioniamo secondo le sue leggi e non quelle che ci inventiamo noi per convenienza, o traumi legati all’ infanzia che non abbiamo mai voluto affrontare, arrivando a una visione totalmente distorta della realtà; a tal punto da definirci superiori al mondo naturale e alle sue leggi, cicli, mutazioni… Credo che dovremmo comprendere nuovamente qual’ è il nostro ruolo all’ interno dell’ opera magnifica che è la Vita.
Abbiamo una grande potenza, portiamo dentro le armonie che costruiscono l’ Universo e rispondiamo cellularmente a questo linguaggio, che lo si pensi o no. Credo che più ci uniamo simbioticamente alla materia che ci costituisce, più riusciamo a comprendere come funzionano realmente i due orologi: Cosmico e Umano. I nostri saggi antenati sostenevano ciò da tutte le parti del mondo. Ma noi le definiamo semplici superstizioni con supponente e cieca scientificità. Gli ideali spesso sono idee con le ali, ci permettono di andare lontano con la fantasia e lo sguardo. Portandoci il più delle volte totalmente staccati da terra, perdendo attinenza con la realtà più sincera. In Natura al centro di tutto c’ è il Sole, mentre per l’ uomo il luogo supremo dominatore di ogni cosa esistente è la mente. Un importante satellite che in realtà ha il semplice compito di riflettere le luci del Cuore. Ogni giorno ci dimentichiamo di far risplendere il nostro Sole interiore, portatore di calore e luce nelle nostre vite. Così viviamo infreddoliti e pallidi, con occhi spenti ancor prima che il cuore abbia terminato il suo battere. Al centro di tutto sta il cuore, ma che sia un cuore pieno di fervore e forza, come i raggi del Sole. Che non sia l’ amore molle e melenso, non è vero che se uno ama la vita diventa un ebete, intontito da questo sentimento e colto da un improvviso stato di simbiosi col mollusco e non si è più in grado di interagire con la Vita con forza.
L’ Amore è sinonimo di schiena flessibile ma tesa con grande forza e determinazione verso il cielo. Un ponte che convoglia al centro del Cuore le due correnti, quella Celeste e l’ altra Terrestre. Stracciamoci dalla testa il quadretto del così detto “uomo spirituale”, incapace di ogni azione poiché vinto da un tale senso di amore che lo rimbambisce fino a scioglierlo come un budino. La vita è fatta di impeto, come la grande marea dell’ orgasmo. Questo è il momento in cui ci si predispone a creare una vita o darsi nuova vita. Nel momento in cui generiamo una vita siamo travolti da un’ infinita gioia, forza… potenza. Dovremmo riflettere con più attenzione su queste “piccole” cose.
Un senso di appagamento e di Unità ci avvolge e sgorga dalle nostre vene, gettandosi dritto verso la volta celeste del nostro cranio. L’orgasmo è il momento in cui si spalancano le porte del cuore, per questo tutti lo ricerchiamo con così tanta brama. Perché c’è un infinito piacere quando ci fondiamo con l’ Essere immenso chiamato Universo. Sono totalmente convinto fin dentro le mie misere ossa che aprendo il cuore nasce piacere, culminando in gioia e pienezza.
Dal mio punto di vista gli ideali non mi nutrono allo stesso modo. Sicuramente mi permettono di trovare posto nella società, e non è poco. Credo che tutti noi abbiamo bisogno del contatto umano e di essere accettati teoricamente per quello che si è. Trovare persone che la pensano come te, approvano quello che dici e credi di pensare (o ti pensa l’ ideale??…) è molto rassicurante. Però è una situazione priva del reale volo, di un vento che ti spinge dietro il petto dolcemente. Con una forza instancabile e senti che potrebbe portarti fino all’ eternità, se solo riuscissimo a mantenerla costante presente dentro di noi. E’ una presenza che è lì, aspetta solo che le si tenda l’ orecchio per sentirla e darle ascolto. Bisogna accettare di camminare in quello che noi riteniamo vuoto. Non ci sono stanze “ideali” che delimitino lo spazio per avere la “sicurezza” su dove stiamo poggiando i piedi.
Alcuni fin dalla notte dei tempi si domandano cosa farebbero della loro vita, soli e nudi in cima ad una montagna. Come agiremmo se nessuno ci vedesse e giudicasse?…
Forse questo è il punto…

giovedì 9 aprile 2009

La lacrima estatica


Gli Egizi nell'ormai inflazionato occhio di Ra per i tatuaggi, hanno racchiuso un mare di significati. Tralasciando il significato che per loro aveva il gerogligfico semplice di occhio, che corrisponde pienamente al principio di indeterminazione di Heisenberg, ho voglia di parlare della lacrima che scende dal suo occhio. Non è un ornamento ai fini della buona riuscita del tatuaggio, ma è lì per rendere bella la creazione, di fatti è l'uomo agli occhi di Ra. Siamo una lacrima di Dio, un suo prodotto che nasce direttamente dal suo sguardo, dal quel contatto diretto che c'è tra la luce esterna e la luce interna. La parte più solare di Ra, colto da un estasi di piacere si è commosso e ha creato l'uomo. Composto da liquidi e sali, ma partorito direttamente dal Sole, quindi in noi è implicita la forgiatura Ignea, solo che è nascosta all'interno dei liquidi e dei sali. E' quell'elemento che tiene unito il nostro corpo determinandone l'individuazione. Di fatti dopo la morte sopraggiunge il raffreddamento e la disgregazione.
Il pianto spesso è associato ad un momento in cui termina qualcosa in maniera definitiva, per il nostro modo di percepire la realtà, ed è usualmente collegato ad un momento di dolore. Tuttavia esiste anche il pianto di gioia, derivante da uno stato di estasi tale, di una convibrazione talmente fusa con tutto il creato che genera un pianto di gioia, così fisica che scuote nei genitali. Ecco che forse, anche quell'espressione di Dio che gli Egizi chiamavano Ra, colto da uno stato di tali proporzioni, ha partorito il bimbo umano.
Inoltre aggingo che Ra non è Dio, è un' espressione del Creatore che noi dal nostro grado di coscienza siamo in grado di cogliere e vivere. Però come è spiagato bene nella kabbalah, induismo, buddismo, cristianesmio etc etc... Dio è una continua scoperta, si ri-vela continuamente. Ogni volta che togliamo un velo, ecco che subito ne troviamo un altro davanti a noi. E' nella natura implicita della divinità quella di essere in continua crescita e movimento. Quindi è l'eterno inafferrabile, è TUM per gli Egizi, al pari del suono di una pulsazione. Quel ritmo primordiale che sta alla base di ogni vita che sia stata creata. Un suono, una frequenza, una presenza che si coglie nell'aria, si percepisce solo se si porta l'orecchio sulla frequenza giusta.