lunedì 16 novembre 2009

La Negazione


Ultimamente ho notato una banalità forse, come tutte le cose quando le noti veramente nel momento in cui ti colpiscono e le tocchi, solo allora ti sembra di capirle veramente.
La banalità è sull'importanza della privazione o negazione. Questa riflessione mi è nata mentre mi arrovellavo per comprendere i mali che ci affliggono, perchè continuino ad esistere fino ad ora. Quindi ciò che sto per andare ad affermare è comunque uno stato che dipende dalla nostra condizione attuale, non è una fase sempre necessaria.
Per me è stato molto importante capire che grazie alla guerra noi sperimentiamo e sviluppiamo collettivamente il senso di pace, la voglia e la necessità intima di vivere in pace.Fino a quando non diventa una necessità collettiva, non può manifestarsi su scala mondiale. Al nostro grado evolutivo: cervelli ottusi e calcificati, è necessaria la violenza della guerra per farci comprendere veramente la pace, in modo tale da ricercarla. La guerra con il suo vuoto e la sua violenza crea un solco dentro i nostri corpi, generando lo spazio necessario per far crescere il seme della pace. Sembrano parole stupide e banali, ma a me ha colpito veramente questa cosa. Siamo un'umanità così pigra in questo momento, che abbiam bisogno di vivere in un mondo dove sei obbligato a lavorare a pagamento, per comprendere il senso del lavoro, della disciplina e dell'organizzazione di una giornata o periodo di vita. Altrimenti resteremmo nel brodo primordiale all'infinito.
Chiaramente ciò che dico può essere che non valga per tutti presi singolarmente, ma a livello di umanità, massa, tutto ciò è estremamente reale secondo me.
Ogni cosa della nostra vita che si mostra come negazione o privazione, se perseguita in modo lucido e consapevole, alla fine rivela il senso del suo opposto ovvero l'unione.
Anche se a volte potremmmo fare a meno di certe vicissitudini, e mi girano le palle, però sinceramente questa cosa mi rallegra l'animo e mi alleggerisce.
Mi ridona la comprensione di come debba essere leggero il volo del passero.

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