lunedì 3 novembre 2008

Dal Tramonto all'alba


La vita prende dinamiche sempre più impreviste e repentine. Ciò che è vero la sera, al mattino non ha più lo stesso significato. Il mio inconscio, che preferisco chiamare anima, parla sempre più forte alla mia coscienza ordinaria. Quando mi sveglio le cose sono più chiare, sono determinato e comprendo sempre meglio la mia situazione. Bisogna lasciar parlare il sole e per ascoltarlo bisogna riuscire a volgersi nella sua direzione. Questa per me è la cosa più difficile, sono troppo distratto dal normale vivere. Quando riesco a prendermi tempo per alzarmi dal letto, mi concedo un lento risveglio, allora in quei momenti emergono i messaggi dal profondo del mare e tutto diventa nitido. Ciò che ti turba cambia prospettiva, stravolgi le tue idee e inquadri meglio ogni cosa e rivedi il tuo fine.
Sono momenti in cui tutti abbiamo grossi casini, è tutto ingarbugliato e contorto, soprattutto se si vuole ricercare una via fatta di semplicità.
Io credo che tutto si complichi proprio perchè l'animo umano sta emergendo sempre di più sul pelo epidermico, mettendo così in luce gli aspetti contorti del nostro ego. Se l'uomo riesce a donare spazio, a cedere il terreno del proprio ego all' anima, allora tutto piano piano si semplifica e si risolve.
L'unico problemino è che a volte ci si ritrova molto soli, in senso fisico non nel senso di solitudine; se impariamo a dialogare con la parte più profonda di noi non siamo mai più soli.
Il mio problema sorge a questo punto, come conciliare la mia individualità con quella di un'altra persona? E' un incastro, una magia che ad un certo punto nasce, non bisogna fare niente (almeno la mia storia mi insegna questo, è la mia versione dei fatti), ci si trova davanti ad un bivio e si sceglie con molto piacere quello della comunità, se si resta lucidi si è anche in grado di tagliare i rami subito quando si vede che crescono malati. Non bisogna mai dimenticare la propria identità, anzi dovremmo imparare a usare le relazioni come sistema pratico di crescita; perchè è divertente ed entusiasmante, non bisogna farlo con l'attitudine del dovere o con lo stesso stato d'animo con cui parecchi si dirigono al lavoro.
Il mio unico sistema è restare nel presente e vivermi in tutte le sfaccettature, poi la mia vita come un albero crescerà semplicemente grazie alla giusta dose di sole e di acqua.
Semplice, non per questo facile :)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il fatto è che le relazioni siamo (eravamo? erano, gli altri?) abituati ad intrecciarle in base ad altre cose. non tanto alla crescita quanto al sostegno reciproco e alla paura di rimanere soli. io sto bene da solo, la solitudine vera non penso di averla quasi mai provata. l'ho provata per un periodo tanti anni fa ma mi è servita per imparare a guardare dentro me stesso, dopodiché non è più esistito niente di simile.

Marco M.

Il giardiniere ha detto...

Marco secondo me il sostegno reciproco può essere fautore di crescita, perchè sostenersi vuol dire aiutarsi nei momenti difficili, quindi dare una mano a chiunque esso sia a superare quell fase. Sullo stare soli bisogna solo capire se è ciò che ci serve, oppure se ci stiamo rifiugiando nel nostro mondo per non confrontarci con qualcosa che abbiamo paura possa darci dolore.
Resto un grande sostenitore della solitudine come fonte di terapia d'evoluzione. Sono delle fasi necessarie a volte.