martedì 8 gennaio 2008

Nulla clades in animum pugnalis...???

Potrebbe essere che un giorno guarderete anche voi in faccia un vostro carissimo amico, e quando vi congederete da lui salutandolo non sarà come le solite volte. Forse perchè non saprete quando lo rivedrete nè se lo rivedrete. Non perchè vi stia sulle palle o qualcuno di voi due debba morire, ma semplicemente perchè magari lui avrà deciso di cambiare nazione in cui vivere.
Probabilmente non gli si darà molto peso, perchè ci sono i voli low cost che ci permettono un movimento così veloce e a lunga gettata che tutto apparentemente si semplifica, avendo l'illusione di non separarsi mai.
Tuttavia può accadere che quando questo vostro amico salga sull'aereo, qualcosa dentro di voi si renda conto che fisicamente sta avvenendo una separazione. Pare, si mormora, che noi viviamo in questo stato di condensazione energetica (la materia) proprio per percepire la separazione tra noi e tutto ciò che non riteniamo "Noi". Ecco allora che se anche riusciate a capire mentalmente che non è morto e potete rivederlo quando vi pare, comunque qualcosa non c'è più e inevitabilmente cambia. Si mette in moto un quantitativo pazzesco di rielaborazione emotiva, di spazi temporali prima vissuti con questa persona che ora naturalmente troveranno nuova collocazione, etc etc...Insomma comincia una nuova epoca anche per chi resta, non solo per chi parte.
Tutto questo per dire che è normale che mi dispiaccia, è normale provare dolore, anche se è mista a gioia e interesse, per ciò che si sta disponendo sul campo ora stravolto...
Quindi di seguito metto un altro mio racconto proprio per celebrare la partenza di un amico che è un fratello e l'arrivo di qualcosa di nuovo, mi auguro per tutti...

Leggere mail nuove, vecchie, di amici o conoscenti? Forse non c'è molta differenza, se non facciamo troppo i diffidenti....
Leggere e respirare piano, ascoltando un po' di musica, fermandosi tra una riga e l' altra pensando al volto di quella persona, al suo sorriso, lo sguardo, al suo modo di volerti bene, e come io lo comunico a mia volta...
Pensare alla vita, a questo grande viaggio, ora sulla Terra, magnifico Essere pianeta.
Vagando con la mente incontrando i ricordi dei miei viaggi, vacanze, illusioni, speranze, sogni!
Bisogno di poesia.
Rivedermi in macchina a Milano, con due amici, appena usciti da uno di quei centri sociali, dove stanno i drogati, e i delinquenti!
Già, i drogati. Spesso quando eccedo in euforia molti mi chiedono " Ma ti droghi!?!?!?!", come se fosse normale essere grigi. Come se la gioia possa essere solo uno stato di alterazione da stupefacenti ......
Ma ritornando al mio viaggio con i miei compagni, usciamo da quel posto e ci dirigiamo alla macchina di Max, come al solito non ha voglia di fare "sbattimenti", allora mi offro per guidare. La destinazione è vicina, poi Milano è un piccolo paese. L'altro socio della compagnia di disperati è Marco P..
Partiamo, ma dalle prime mosse si capisce che l' ambiente non è dei più lucidi. Fiduciosi ci imbarchiamo per fare un venti minuti di macchina e poi berci qualcosa, per rinfrescarci dalla traversata immane...Lo spazio e il tempo niente di più relativo.
Giro a destra, a sinistra e eccoci in Viale Mac Maho..
" E dove cazzo siamo!???" , un punto di domanda stampato in fronte a tutti e tre! “L' ho già sentito, ma non so mica dove siamo"
Viviamo da vent' anni a Milano ma ora è come se fossimo finiti a Utrecht in Olanda. Almeno lì riuscivo a tornare al campeggio.
Che strada prendere per la nostra direzione? Non ci perdiamo d' animo, la macchina va avanti ma non si sa bene dove. Noi continuiamo a parlare colti dal delirio cannabinologo, tanto di benzina ce n’è.
Periodicamente qualcuno convinto guarda fuori per vedere se riconosce la zona, ma niente!! Questa città così familiare è diventata sconosciuta, deserta, stranieri in un altro continente.
Spesso si sente riecheggiare una frase in macchina "Viale Mac Mahon!?? L' ho già sentita...Mmmh... però non so mica dove cazzo siamo", e poi "Ragazzi è ufficiale ci siamo persi a Milan, tre deficenti!", ogni tanto anche qualche senso di colpa "Dobbiamo smettere di farci delle canne così forti! Anche te Cesare non puoi mettere tutta quella roba dentro!"
...Dopo quaranta minuti di su e giù per questo fantastico viale milanese, cominciamo a pensare a quello che potrebbero pensare i nostri genitori… " Ma se io dico a mio padre che mi sono perso a Milano non ci crede, oppure pensa che ha un figlio deficiente!" ,
Cominciamo a ridere e pensiamo di chiamarli per chiedergli informazioni all' una di notte: "Papà sono in Viale Mac Mahon come faccio a tornare a casa!?"..." Mi vieni a prendere?"...a questo punto mi devo fermare perchè non riesco a vedere più la strada da quanto sto ridendo, mi lacrimano gli occhi, e la fuorezza della canna importantissima che ci siamo fatti prima, accresce l' ilarità nonché lo spaesamento...
Sentirsi improvvisamente stranieri su un suolo tanto familiare, che strano.
Dopo un' ora e venti di deliro tremens, i ragazzi riuscirono a raggiungere la meta tanto ambita. Gli amici che ci aspettavano ormai con le ragnatele addosso, pensavano fossimo dispersi. Fecero molta fatica a crederci, ma solo dopo averci guardato in faccia capirono che non erano scuse.
Siete dei cari compagni di viaggio..
Il Giardiniere.

2 commenti:

Unknown ha detto...

"Tre dunque sono le specie di amicizie, come tre sono le specie di qualità suscettibili d'amicizia: e a ciascuna di esse corrisponde un ricambio di amicizia non nascosto. E coloro che si amano reciprocamente si vogliono reciprocamente del bene, riguardo a ciò per cui si amano. Quelli dunque che si amano reciprocamente a causa dell'utile non si amano per se stessi, bensì in quanto deriva loro reciprocamente un qualche bene; similmente anche quelli che si amano a causa del piacere. (...)L'amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi la loro amicizia dura finché essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabile; e ciascuno è buono sia in senso assoluto sia per l'amico. Infatti i buoni sono sia buoni in senso assoluto, sia utili reciprocamente.

(Aristotele, Etica Nicomachea, cit., libro VIII, cap. 3, pp. 196-199).

Anonimo ha detto...

Cesare, io stavo sperimentando proprio la cosa che hai descritto tu. purtroppo non è una bella sensazione xkè noi sappiamo che quella persona esiste ma non è fisicamente vicina ma una cosa ancora peggiore è quando la persona è vicina a te eppure
c'è cmq separazione.

xkè ad esempio x quanto tu ti sforzi quella persona non può nè vedere nè sentire quello che tu vorresti fargli vedere o sentire.

come giustamente mi dici tu, già il fatto che voglio farglielo sentire fa capire che c'è qualcosa che non va.

però a me vengono cmq le crisi isteriche quando questo accade.

cmq ora ho salvato l'indirizzo del tuo blog e ti farò visita spesso!

Marco M.